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La chiesetta di San Camillo sta silenziosa in bella posizione, a 1.357 metri di altitudine, sopra un colle, nel profumo delle conifere che le fanno attorno una sorta di corona. La chiesetta, dedicata a San Camillo de Lellis, risale alla seconda metà del Settecento: a seguito della scoperta delle proprietà terapeutiche dell’acqua di Peio Fonti, si creò infatti la necessità di costruire un edificio sacro, come testimoniano gli Atti Visitali del 1672. Tale esigenza fu soddisfatta attraverso l’obolo che quanti accedevano al luogo dovevano versare: nel 1708 infatti si era obbligati a pagare alla chiesa una piccola tassa per il consumo di cera, ostie e vino e gli albergatori dovevano dare cauzione di ciò. Già nel 1762 si era deciso di erigere una cappella per comodità dei curanti, ma la costruzione seguì soltanto nel 1771, anno in cui fu edificata un’edicola, sostituita, nel 1850, da una cappella (su disegno del sig. Pietro Piazzani) che fu ingrandita nel 1867. L’aspetto attuale scaturisce da ulteriori lavori di ampliamento effettuati nel 1955.

Il campanile, separato dalla chiesa, presenta tre ordini di aperture ed un tettuccio a capanna rivestito in lamiera.

L’interno, ad unica navata, ospita un solo altare, dedicato a San Camillo de Lellis. Nel 1935 il presbiterio fu decorato dal pittore Teodoro Fengler. Sulla sommità della sagrestia dondola una campanella fusa nel 1922 da Francesco D’Adda, in sostituzione della vecchia asportata durante la guerra.