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CELENTINO

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Frazione del Comune di Peio

     
  ALTITUDINE:  1.264 s.l.m.
  ABITANTI: 100 (intero comune 1.902)
   

 

     

Il paese di Celentino (Celentinum) è dominato dalla mole della chiesa dedicata a Sant’Agostino e dal monte Vioz sullo sfondo. Il nome del villaggio risale all’epoca romana e trae origine dal termine “cella”, con significato di minima unità territoriale. La chiesa di Sant’Agostino, attestata già nel 1300, riedificata nel 1830-1840 e nel 1870-1872, venne consacrata il 12 agosto 1896 e restaurata nella sua forma attuale nel 1909. La chiesa è affiancata dal campanile con insolita copertura a cipolla; la facciata è in stile neoclassico, l'interno, ad unica navata, presenta una volta a botte riccamente stuccata. Dei 3 altari, il maggiore è in marmo con portine laterali; sulla parete di fondo sta l'ancona lignea, intagliata e policroma realizzata nella bottega dei Bezzi, cui è attribuito pure l'altare destro. Merita attenzione una lapide dello scultore Spagolla che ricorda il sacerdote Giuseppe Arvedi (1826-1897), natio del paese di Celentino, autore dell’opera "Illustrazione della Val di Sole" (1888). Dal sagrato della chiesa, dove è presente il monumento bronzeo di Livio Cónta (1969) dedicato ai caduti di guerra, è possibile ammirare la plaga di Ossana e i monti sovrastanti, ossia la Presanella e le cime della Val di Peio.

Poco prima del tornante di entrata al paese di Celentino, sulla sinistra si stacca una strada poderale con successivo sentiero che scende ai giacimenti minerari di questa sponda, portando poi a Celledizzo. La mulattiera sale al "doss del Castelàc, probabile castelliere preistorico. Lì sotto, ai masi di Canal, la tradizione pone il villaggio di Lianòri, primitiva sede di Celentino, distrutta, sembra, da una frana. All'entrata in paese sopra la piazzetta, a destra, è possibile notare quella che fu la dimora de "el Taparelac", certo Giacomo Cristoforo Tapparelli, vissuto a cavallo tra il ‘600 e il ‘700 chiamato anche il "brigante di Celentino". Al santuario della Madonna del Sasso di Locarno nella Svizzera italiana, sta un interessante ex voto del suo noto prigioniero: il brigante e il suo complice, quest'ultimo di Pellizzano, furono giustiziati a Trento nel 1733, ultima condanna capitale del principato vescovile. Fino al primo dopoguerra si recitava un'Ave Maria al termine della messa per preservare il paese da un'altro eventuale cattivo soggetto. Di fronte al paese di Celentino si trovano Comasine e il versante del monte Boài. Continuando oltre il paese si raggiungono i masi di Céi, da dove inizia la traversata verso l'Alpe Pozze e i paesi di Termenago, Castello, Ortisè e Menas (i cosiddetti “Paesi della Montagna”), un percorso a piedi con durata di circa 4 ore.

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